Piante domestiche by Mike Maunder

Piante domestiche by Mike Maunder

autore:Mike Maunder [Maunder, Mike]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Il Saggiatore
pubblicato: 2024-02-13T15:52:11+00:00


Le piante da interno continuano

a delineare il nostro spazio vitale:

nella fotografia un esemplare

di Philodendron scandens, 1959.

Prototipo di un sistema

di irrigazione per persone indaffarate,

di Keita Augstkalne, 2018.

Alcuni proprietari si accontentano di una sola compagna vegetale, mentre altri cadono nella dolce trappola del collezionismo e finiscono per riempire la propria casa di piante. Si potrebbe liquidare la scelta di acquistare le piante per decorare una casa come una forma di consumismo materialistico, un lusso connesso con risorse di breve durata. Potremmo anche sostenere che si tratta di un impulso salutare, che produce gioia. L’atto di acquistare trasforma un prodotto di massa, la pianta da interno, in qualcosa che per noi ha un grande valore affettivo. Ancora più rilevante è il fatto che ogni pianta aggiunta è un passo avanti verso il completamento della collezione (almeno finché non ci rendiamo conto del fatto che nessuna collezione di piante potrà mai essere completa) e verso la definizione e il rafforzamento della nostra personale identità.

Molto è stato scritto sulla psicologia del collezionismo, in parte basandosi su qualche interpretazione freudiana abbastanza inopportuna. Comunque, se visitiamo una rivendita di piante o assistiamo all’incontro degli appassionati di una qualche società, emergerà chiaramente che l’acquisto, la raccolta e la coltivazione delle piante da interno sono fonte di grande piacere per milioni di persone. Le motivazioni possono variare: per alcuni si tratta quasi di una mania, per altri di una passione per un particolare gruppo di piante, dell’emozione della caccia, o della possibilità di trovare amici, acquisire conoscenze, accrescere l’autostima e definire la propria identità.

Considerato il crescente isolamento e il conformismo della vita urbana, è probabile che collezionare e coltivare piante (o prendersi cura di loro, poiché con il tempo diventano ricettacoli di ricordi e storie) abbia più di un vantaggio. Garantisce, per esempio, autonomia (la collezione è nostra e la gestiamo come vogliamo), permette di acquisire esperienza, competenza e conoscenza, che rappresentano le basi, a loro volta, dei legami sociali; occupandosi di piante si sviluppa anche una particolare sensibilità per la diversità e il cambiamento. Per quella che viene definita Generation Rent («generazione sempre in affitto») le piante da interno sono frammenti a buon mercato di natura che si possono trasferire da una casa in affitto alla successiva.

I vantaggi psicologici del giardinaggio sono ben noti, ma a questo riguardo si è sottolineata soprattutto l’importanza dello stare all’aperto, mentre sarebbe utile indagare il ruolo delle piante di casa nel promuovere la salute mentale. In molte parti del mondo, come è esemplificato dalle megalopoli asiatiche, una vasta parte della popolazione non ha accesso a un giardino, di conseguenza la qualità dell’ambiente domestico è di importanza fondamentale.

Le piante domestiche possono quasi diventare parte della famiglia. Una sola pianta può assicurare un personale senso di continuità, costituisce un legame con il passato, con il presente e probabilmente con il futuro. Spesso gli esemplari coltivati in casa hanno una propria storia: sono un dono o frutto di uno scambio tra amici, un’eredità trasmessa tra generazioni o un ricordo di un’altra casa o di un altro tempo.



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